Si chiama ‘ABILISMO’, si legge ‘DIRITTI CIVILI MANCATI’

Impariamo un nuovo termine: ABILISMO
L’abilismo è la discriminazione nei confronti di persone diversamente abili e, più in generale, il presupporre che tutte le persone abbiano un corpo abile.
Essa può colpire sia disabili fisici che mentali, e può essere attuata, sia attaccando fisicamente o verbalmente i disabili, sia trascurando di offrire loro particolari privilegi volti a compensare la loro situazione di debolezza.
Non solo omofobia, sessismo, razzismo, quindi. Anche ABILISMO. Nell’elenco delle parole che indicano mancanza di pari opportunità, ‘abilismo’ è un termine per lo più sconosciuto che indica le discriminazioni verso le persone disabili.
Esiste da poco una rete di attivisti “Liberi di fare”, che è nata nel 2017, che vuole porre l’attenzione sulle ingiustizie subite dai disabili e si batte per il diritto alla libertà delle persone disabili attraverso l’assistente personale. Lo spiega Elena Paolini, una delle fondatrici della rete, composta in gran parte da persone disabili: “Il problema è che si parla poco di abilismo quando si pensa alla giustizia sociale: la disabilità non è considerata come un’identità sociale e politica ma solo come condizione medica. Il concetto di abilismo, in inglese ‘ableism’, non è diffuso dai media che non offrono rappresentazioni realistiche della disabilità, privilegiando storie strappalacrime”. Eppure, la non autosufficienza “non è una condizione tragica e deprecabile. La tragedia della non autosufficienza è non avere assistenti personali, ossia il mancato sostegno dello Stato”.
ATTIVIAMOCI PER RICONOSCERE L’ABILISMO E COMBATTERLO.

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